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Piccole campionesse crescono. Intervista a Claudia Pozzato
Da L'Eco di Acquaviva n. 8/2019 L’arco, perché? Quando in Oratorio, durante un campo estivo, ho avuto l’occasione di provare a scoccare una freccia, mi sono subito sentita attratta da questo sport. Come nasce la passione per questa difficile disciplina sportiva? Dopo la prima lezione, tutto è continuato quasi per gioco. Ho partecipato alla prima gara senza aspettative. Quando, però, ho sentito proclamare il mio nome e ho preso posto sul podio per la premiazione sotto il tricolore, ho provato un’emozione indescrivibile… è stata proprio quella emozione a spingermi a continuare. Il ruolo dei genitori. Il ruolo dei genitori è fondamentale, soprattutto per la mia giovane età . Non è da tutti “sacrificare” la domenica per accompagnarmi alle gare. Inoltre, loro mi hanno aiutato a superare i momenti difficili, i momenti di sconforto… Fortunatamente mio padre è uno sportivo appassionato e lo fa volentieri. Il tiro con l’arco: cosa ti appassiona maggiormente? Del tiro con l’arco mi piace il momento in cui si scocca la freccia: bisogna liberare la mente da tutti i pensieri e concentrarsi per centrare l’obiettivo. Mi piacciono molto le gare 3D che si disputano nella natura, tirando a sagome di animali come orsi, lepri… Sono molto belle perché i bersagli sono disposti in varie zone del bosco ed uniscono allo sport le passeggiate nella natura. Medaglia di bronzo: cosa ti ha dato emotivamente? Il bronzo, conquistato a Crotone nell’ambito del Trofeo nazionale CONI Kinder+sport, è stato veramente inaspettato. E’ stata per me un’emozione unica… Tutta l’esperienza è stata indimenticabile. Durante la cerimonia di inaugurazione le delegazioni delle regioni, del Canada e della Svizzera hanno sfilato (come fanno gli atleti alle Olimpiadi) nello stadio “Ezio Scida”. Abbiamo cantato l’inno nazionale con la cantante Annalisa Minetti e ascoltato le parole incoraggianti del presidente del CONI Giovanni Malagò. Non sono mancati momenti di puro divertimento, come il concerto di Shade e la festa finale (con tanto di spettacolo pirotecnico) durante la quale è stata proclamata la regione vincitrice, cioè il Veneto. Ho fatto amicizia con ragazzi e ragazze di tutta Italia, ho visto praticare sport a me sconosciuti, come la pallapugno, ed altri affascinanti, come la scherma. Spero di riuscire a partecipare al trofeo anche il prossimo anno e auguro a tutti di poter vivere un’esperienza così “epica”, all’insegna dello sport, dell'amicizia e del fair play! Progetti futuri. In futuro spero di qualificarmi nuovamente per le prossime edizioni del Trofeo CONI o dei Giochi della Gioventù, anche se, per ora, la mia priorità è lo studio, avendo cominciato quest’anno il percorso della scuola secondaria di primo grado. A chi vorresti dire “grazie”? Ringrazio don Mimmo Natale, perché dà a noi ragazzi la possibilità di allenarci in oratorio. Ringrazio il mio allenatore Vincenzo Mallardi e gli Arcieri dei Peuceti, che mi permettono di gareggiare; in particolare ringrazio Leo Sasso che, insieme ad Angela Fiorella dell'Arcieri Somni di Barletta, ha accompagnato e sostenuto noi atleti di tiro con l’arco della Puglia durante il Trofeo. Dico grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato nella mia preparazione e alla mia famiglia che mi sostiene nel mio percorso. Acquaviva delle Fonti, 13/11/2019
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