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Lo Stato deve allentare la morsa e comportarsi come un buon padre di famiglia
L'Editoriale odierno alle ore 19:30 - 22 e domani (martedì) alle ore 13 - 14:25 - 16:30.
Non fa certo piacere parlare di alcuni argomenti come delle tragedie che colpiscono quegli italiani suicidi a causa della crisi economica. Ma non si può restare indifferenti verso una problematica che ha colpito negli ultimi 6 anni circa 1300 cittadini. Chi dice che la crisi è alle nostre spalle, sbaglia! Purtroppo c’è ancora chi si suicida per problemi economici: non riesce a trovare lavoro; non riesce a pagare lo scoperto bancario; non ha potuto pagare le tasse; o perché vittime degli usurai. Panetta – presidente dell'’associazione Angeli della finanza - è perplesso perché l’Istat non pubblica tali dati mentre Ferrigni – sociologo – pensa che lo Stato non voglia essere sottoposto all’imbarazzo determinato da queste tragedie e quindi si preferisce che restino nascoste. Ed allora dobbiamo invece riflettere sulla necessità che non sempre chi risulta non in regola con il fisco sia un evasore ma magari si tratta di un soggetto che soffre della crisi economica e preferisce garantire gli stipendi ai suoi dipendenti. E sì perché chi si trova in queste condizioni non è chi ha uno Jacht, chi possiede un elicottero o una autovettura di grossa cilindrata ma chi non riesce più a far quadrare i conti e forse perché il suo buon padre di famiglia, lo Stato, non ha saputo tutelare i suoi prodotti, i suoi servizi, l’economia delle piccole e medie imprese! Ed allora è auspicabile che non si nascondano le tragedie di questo genere ma che i nostri rappresentanti istituzionali nazionali si adoperino per allentare la morsa e diventare sempre più un buon padre di famiglia che tratta i Cittadini non come evasori ma come vittime di un sistema che li ha costretti a non poter più onorare i loro debiti.
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