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Sequestro di capi di abbigliamento illegali provenienti dalla Cina


I Carabinieri Forestali del CITES (Convention on International Trade of endangered Species of Wild Fauna and Flora) di Bari hanno sequestrato nella provincia di Lecce oltre 50 capi di abbigliamento, soprattutto capospalla realizzati in parte con pellicce allevate e provenienti dalla Cina, in violazione a normative comunitarie e nazionali che regolano l’introduzione e l’etichettatura di tali prodotti.

La normativa europea vieta l’introduzione e l’uso nella Unione Europea di pellicce ottenute da animali quali il procione, il coyote, la lince ed altri, provenienti da Paesi che non assicurino che per la loro cattura, allevamento e abbattimento non siano usate tagliole o metodi cruenti che producano gravi sofferenze. I capi in questione non riportavano all’interno l’etichetta indicante la specie utilizzata per la realizzazione delle parti  in pelliccia e per questo i Carabinieri del CITES di Bari hanno provveduto a sequestrare la merce illegale irrorando inoltre sanzioni amministrative da 100 a 5000 euro.
Non è la prima volta che il settore della moda viene sottoposto a controlli mirati da parte del Nucleo CITES. Negli anni scorsi, con le operazioni “Racoon” e “Rascal”, furono circa mille i capi di abbigliamento griffati Made in Italy sequestrati.

Il fenomeno del traffico di esemplari di animali, vivi, morti o parti derivate, appartenenti a specie protette, destinati all’industria della moda, registra ancora numeri elevati. La merce sequestrata dai Carabinieri Forestali CITES, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato cifre sino a 2000 euro.
16/01/2019






   
 


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